Fasce PTFE

Produzione di fasce elastiche in PTFE 

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Sul PTFE (politetrafluoroetilene), che è presente in tutti i paesi del mondo sotto varie denominazioni registrate,dalla Du Pont (U.S.A.) come Teflon, dalla I.C.I.(G.B.) come Fluon, dalla Montedison (I) come Algoflon,dalla Hoechst (D) come Hostaflon, esiste molta letteratura, principalmente riguardo al PTFE caricato, che si è rilevato più adatto in alcuni campi di impiego,soprattutto meccanico.
Ricercatori, metodi diversi di stampaggio e di sinterizzazione, realizzazione sperimentali, importanti complessi di stampaggio, anche in Italia, hanno mostrato, non soltanto la vastità dell’impiego, ma anche la possibilità di risolvere problemi apparentemente insolubili. Soltanto tecnici di ogni specifico settore di impiego potrebbero esprimere le loro opinioni e le loro idee su eventuali modifiche, per raggiungere dei miglioramenti e dei costi inferiori.

Anelli elastici realizzati in PTFE caricato

Noi desideriamo in queste brevi note prendere in esame gli anelli elastici realizzati in PTFE caricato,per l’impiego su gruppi oleodinamici e pneumatici, ad es.presse, magli, autocarri ribaltabili, cilindri oleodinamici e pneumatici di varie dimensioni, compressori etc. Per compressori a secco è ormai da moltissimi anni in uso la carica di carbografite. Fino al 1975 circa queste apparecchiature erano corredate di anelli in ghisa per la quasi totalità. Alcuni anni fà un’interessante pubblicazione della I.C.I.inglese si augurava che si andasse sempre più radicando il convincimento che l’industria avrebbe potuto progredire solo attraverso un libero scambio di conoscenze tecniche,e molti tra i maggiori costruttori di compressori, di gruppi oleodinamici e di fasce elastiche svolgevano già allora per proprio conto un lavoro di ricerca e sviluppo per valutare più a fondo le prestazioni delle fasce elastiche.

I vantaggi degli anelli elastici in PTFE caricato

A questo punto ci domandiamo: l’adozione in questi ultimi anni di anelli elastici in PTFE caricato, impiegati al primo montaggio su presse e magli, quali vantaggi ha comportato per i numerosissimi utenti sotto gli aspetti di rendimento, durata ed economia? In che cosa si può essere d’accordo e quali critiche si possono muovere? L’anello elastico del pistone, sia esso in ghisa, in bronzo, in PTFE caricato e con espansori, non è una guarnizione ma un organo meccanico sottoposto al logorio delle velocità lineare e di rotazione, alle spinte laterali del moto alternato, alla pressione, alla temperatura, agli aggressivi chimici etc. Esso, per offrire realmente una garanzia, deve essere realizzato da gruppi tecnici e produttori con lunga esperienza di impieghi motoristici ed oleodinamici.
Da qui l’opera della EL.TE SEGMENTITALIA per il criterio applicativo. Comunque fatta eccezione per questi anelli, che sono coperti da brevetto, resta il fatto positivo che la fascia elastica in PTFE realizzata con una mescola appropriata non è soggetta a rotture nè a grippaggi, la sua deformabilità è condizionata da una pressione uniforme, cioè fornita da un espansore che preme con uguale intensità nell’interno di una fascia elastica (cosa che è difficilissima da ottenere con una sezione piatta di acciaio calandrato come da vecchia concezione) e quindi l’aderenza del segmento al cilindro è ottima e con un bassissimo coefficiente di attrito.
La temperatura alla quale può lavorare il PTFE è entro i 250°C. Per quanto riguarda il taglio dell’anello, oltre al tradizionale taglio retto al taglio obliquo, al taglio baionetta  vi è anche un taglio a baionetta inclinato  ma la nostra preferenza si indirizza sul tipo rondine (FIG.1) che in definitiva rende chiuso un anello creato aperto.
due molle in acciaio
Abbiamo anche avuto occasione di vedere una fascia elastica composta da un anello di sezione 6×6 con un gradino di 2 mm. ed incastrato in esso un’ulteriore anello con lo scopo di chiudere il passaggio fra le punte (FIG.2) ma non consigliamo la realizzazione per diametri piccoli, anche a causa delle difficoltà di montaggio. Se nel cilindro vi fossero dei fori, esprimiamo delle riserve salvo che il loro diametro sia intorno ai 6-8 mm ed il segmento non si soffermi sui fori, specialmente se nel cilindro vi fosse un’elevata pressione

Apprezziamo la tenuta statica realizzata mediante la lavorazione a cono. Il PTFE si offre in maniera egregia alla funzione di pattino di un elemento cioè che non permette al cilindro di venire a contatto con il pistone. Lo spessore del pattino varia a seconda del gioco che vi è tra cilindro e pistone e questo gioco a sua volta varia in relazione al materiale usato per il pistone.
Tutto questo comporta naturalmente la collaborazione tra fabbricante di fasce elastiche e costruttore del complesso cilindro oleodinamico. Non possiamo che essere soddisfatti di questo nuovo orientamento che, praticamente iniziato con l’utente ha messo a disposizione del progettista nuove possibilità. Quindi nello studio di queste nuove possibilità ha un’importanza decisiva la scelta della mescola cioè la carica del PTFE .

In sostanza richiamandoci alla letteratura dei produttori di materie prime citati all’inizio di questo incontro rileviamo che è possibile avere disponibili per la lavorazione materiali stampati con le caratteristiche elencate in tabella (TABELLA 1) e che riguardano appunto i vari tipi di carica. E’ certamente fuori discussione il fatto che il PTFE caricato è il materiale che appropriatamente impiegato offre le migliori soluzioni ed un coefficiente di attrito molto modesto. E’ inoltre noto che il PTFE incorpora materiali estranei (compresi residui metallici), che l’usura in relazione alla ruvidità della superficie di scorrimento è anch’essa di entità trascurabile e che durante lo strisciamento con altri materiali si ha un trasferimento del primo sui secondi. Questo trasferimento, che contrariamente alla gomma avviene senza alcun indurimento ha un suo assestamento fra i 18 e i 22°C,rispondendo perfettamente a velocità di 5 m/sec.e restando inattaccabile da qualsiasi agente atmosferico e chimico.Tutte queste caratteristiche giustificano l’affermazione che il PTFE caricato nel suo ambiente di lavoro e cioè a temperature non superiori ai 250°C..risulta utile al progettista di ogni settore.
Da tubi e tondi si realizzano fasce elastiche e pattini di guida nei seguenti materiali

PTFE VERGINE E E I SUOI CARICATI:

Vengono realizzati inoltre anelli guida e segmenti elastici in
PTFE con cariche speciali: 


Nei POLIAMMIDI e per impieghi gravosi, alte temperature e condizioni di esercizio
particolarmente ostiche in 
VESPEL®
PEEK®
PEEK CARICATO®
TORLON®
TECHTRON®


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